Fin da piccolo ho sempre avuto il sogno di inventare qualcosa e di diventare imprenditore. Non sono mai riuscito a raggiungere nessuno dei 2 traguardi ma ci sono arrivato vicino.

Mi ritengo una persona molto creativa e mi piace vedere le cose da un’altra prospettiva, per questo con il tempo mi è capitato di trovare numerose idee da realizzare, solo poche di queste hanno visto la luce. Le idee erano tantissime, dal portale biomedicale, cover speciali per telefoni, social per ricchi, fino all’app per mappare e fare la recensione dei bagni pubblici. Ogni idea nasceva sempre con la sicurezza che sarebbe stato un successo e che tutti avrebbero usato le mie creazioni. Inutile dire che di tutte queste idee, nessuna si è mai concretizzata, sicuramente per colpa mia e anche perché devo ammettere che non sarebbero servite a nessuno (ogni tanto quando devo fare i miei bisogni lontano da casa ripenso all’app dei bagni pubblici, nessuna di quelle che ho provato è all’altezza).

Nel 2016 grazie a Raffaele (marito di un’amica di infanzia di mia moglie) sono stato catapultato in mezzo a brainstorming selvaggi per confrontarmi con altre persone con tanta voglia di fare. Così ho conosciuto David e Mattia. Il nostro obiettivo era chiaro: fare successo nel mondo delle startup. Devo dire che eravamo un bel team, ognuno aveva la sua specializzazione, con skill e caratteri diversi e quindi non c’era sovrapposizione ma anzi questa diversità ci ha aiutato a sopportarci a vicenda e gli incontri che facevamo periodicamente, anche se non ci hanno portato a realizzare l’invenzione del secolo o il nuovo Google, ci sono serviti per imparare qualcosa, infatti durante gli incontri emergevano proposte interessanti ma nessuna di queste è mai riuscita a convincere tutti, solo una sera, dopo una cena a base di 1kg di pasta in 4, ci siamo decisi di realizzare un marketplace di esperienze outdoor, così nacque outnfun.com.

Il motore si è messo subito in moto: abbiamo comprato il dominio, ci siamo messi a fare analisi di mercato, proiezioni, aperto gli account social, contattato professionisti del settore, creato landing page per raccogliere email di persone interessate, insomma eravamo carichi come delle molle e io per primo avevo tantissima voglia di fare.

Eravamo una squadra perfetta e ognuno aveva il suo ruolo: quello che gli veniva meglio. Abbiamo sfruttato nel modo giusto le nostre conoscenze per ottenere ciò che ci serviva, visibilità sui giornali, aiuto per pubblicità e social, amici di amici che conoscevano professionisti, fiere di settore… di tutto! In poco tempo siamo riusciti a creare un’immagine solida, questo ci ha dato l’opportunità di scalare le graduatorie e ottenere un posto all’Hub di Formigine. Qui abbiamo conosciuto altri giovani ambiziosi che come noi lavoravano sui loro progetti e ci ha permesso anche di entrare in contatto con i curiosi che sono venuti ad ascoltarci durante i nostri eventi. Poco più tardi si è unito alla squadra anche Jacopo che ci ha dato una grande mano con i social.

Purtroppo il tempo per lavorare a questo progetto non era abbastanza, tutti quanti avevamo un lavoro che ci impegnava e stancava, in più ero diventato papà da poco, Edoardo aveva un anno e non potevo dedicare il poco tempo libero che mi rimaneva solo a questo progetto.

Poco più tardi lanciato ufficialmente la prima versione funzionante di outnfun.com. I primi professionisti cominciavano a registrarsi sul sito, sui social pubblicavamo le nostre prime esperienze estive. Instagram è stata una grande delusione, invece da Facebook sono arrivate le prime grandi soddisfazioni: la partecipazione era al di sopra delle nostre aspettative, alcuni post sono stati visualizzati da più di 30 mila utenti ma le conversioni e le prenotazioni, ben più importanti, tardavano ad arrivare.

Sapevamo che non sarebbe stato facile cominciare e per questo non ci siamo fatti prendere dallo sconforto il nostro obiettivo era la stagione invernale, la quale non si è fatta attendere infatti a Novembre è arrivata un’abbondante nevicata che ci ha portato più di un centinaio di prenotazioni il morale era alle stelle, ma iniziavano i primi problemi: non avevamo ancora deciso quale fosse il nostro business model e non riuscivamo a scalare, gestire i professionisti era un lavoraccio, richiedeva molto tempo al telefono, solo alcuni erano autonomi e riuscivano a cavarsela con le prenotazioni sul portale, mentre gli altri non avevano la stessa dimestichezza e per questo motivo abbiamo dovuto chiamarli uno ad uno per confermare le prenotazioni. Lato tecnologico c’era tantissimo da fare, con il passare del tempo erano evidenti i limiti della piattaforma sviluppata e le funzionalità si sono evolute all’aumentare degli utenti. Porto un ricordo bellissimo di questo periodo, anche se lavoravo anche la notte per consegnare le modifiche, ero motivatissimo ci tenevo particolarmente a fare bella figura con gli utenti ma anche con il team.

Abbiamo partecipato ad alcuni eventi, festival di Madesimo, fiere di settore ed altri eventi pubblici. Personalmente mi sento di aver fallito, da nerd sono molto introverso e non sono abituato a parlare davanti al pubblico, di conseguenza penso di aver fatto delle grandissime figuracce, però questa esperienza mi ha insegnato che essere bravi non è sufficiente quando non lo sai comunicare. Oggi rimpiango di non essere stato all’altezza e che potevo fare molto di più. Discorso personale a parte, dopo questi eventi ci siamo confrontati per capire se ci hanno portato più prenotazioni e il risultato è negativo, abbiamo scoperto che il nostro pubblico è meno esperto e non partecipa a questi eventi.

Abbiamo cercato sponsor, sull’onda delle acquisizioni e investimenti fatti dai big dell’abbigliamento sportivo, abbiamo cercato di coinvolgere alcune aziende di abbigliamento tecnico di montagna per organizzare insieme eventi sportivi o nuovi format esperienziali ma anche questo tentativo non ci ha portato nulla.

Durante il nostro percorso abbiamo incontrato Vlad, il quale con tanta pazienza ha analizzato la nostra audience ed è emerso che la nostra persona, o cliente tipo è donna, giovane ma non troppo e non è esperta del settore, anzi è proprio alle prime armi e vuole fare l’esperienza outdoor per provare. Questo dettaglio si incastra bene con quelle che sono state le vendite, molte ciaspolate e trekking, pochi corsi di arrampiata, corsi di sci o cose più impegnative che richiedono una certa preparazione atletica e più tempo.

Da qui in poi ci siamo persi. Abbiamo vissuto tutti dei grossi stravolgimenti al di fuori di outnfun, i quali ci hanno portato fuori strada. Non era semplice trovare la motivazione quando tutto andava bene, figuriamoci quando avevamo poco tempo per vederci, poca voglia di lavorarci su e tanti altri pensieri per la testa. In questo periodo ho invidiato molto David che perseverando ha continuato a far andare avanti la baracca, pubblicando sui social e gestendo i clienti.

Non c’è stato un momento dove abbiamo detto: basta adesso chiudiamo tutto, semplicemente il tutto si è dissolto piano piano nel tempo. Avevamo le potenzialità per fare di più? Sicuramente sì, i numeri erano buoni ma ci mancavano 2 cose: tempo e denaro. Nessuno di noi era disposto a lasciare il lavoro, idem per il denaro. Forse speravamo che un giorno accadesse una magia, non so, forse avevamo paura che le cose diventassero troppo serie. Ciò che mi resta di tutto questo è un piacevole ricordo, di un momento della vita particolare che anche in questo campo, mi ha portato tante soddisfazioni. Lo rifarei? Certo che si. Non è stata una perdita di tempo e mi ha insegnato tantissimo, poco del mio campo, tanto in tutto il resto. Mi sono fatto degli amici, ancora oggi ci sentiamo e ci vediamo. Durante il covid abbiamo fatto un paio di videochiamate per sincerarci della nostra situazione psicologica e tastare il terreno riguardo eventuali nuove idee. Mi mancano i nostri brainstorming.

In questo momento non sono fermo, oltre al mio lavoro full time di sviluppatore software nel mondo della Formula 1, ho lanciato da poco un side-project: mybatterylog.com. Questo sito è nato da un nuovo hobby nato durante il lockdown, il riuso di batterie 18650 usate. Per riutilizzarle nel modo giusto, è necessario inventariarle e tenere traccia nel tempo delle performance solo che con Excel diventava complicato perchè non sapevo come riconoscerle e dovevo ricercare ogni volta le caratteristiche tecniche dei vari modelli… Insomma mi sono stancato e facendo il mio lavoro ho creato qualcosa che mi sta servendo veramente. Non so se questo progetto diventerà mai profittevole, ma già così va benissimo.