Chi mi conosce sa bene che amo l’Asia, un continente lontano in tutti i sensi, ma non è sempre stato così. Fin da piccolo ho sempre avuto il pallino per il Giappone e per me l’Asia era quella.

Quando ho visitato la Cina nel non così lontano 2016, prima di partire avevo un’idea ben chiara: un paese senza personalità, arretrato, tecnologia di scarsa qualita.. Insomma poco interessante. Dovevamo andare in Cina perchè siamo stati costretti, il nostro obiettivo era quello di fare il viaggio di nozze in Tibet e l’unica strada percorribile per realizzare il nostro sogno, era quella di aggregarci ad un tour organizzato per ottenere i permessi necessari.

Il viaggio è stato bellissimo e la Cina mi è rimasta nel cuore, mi ha spiazzato con i suoi contrasti, molti dei quali non li ho compresi in un primo momento ed erroneamente ho bollato come “difetti” modi o usanze che in realtà non riuscivo a spiegarmi, ho giudicando il paese nel modo sbagliato. Solo dopo essere tornato e avendo letto libri riguardo questo meraviglioso paese, mi rendo conto di quanto sbagliavo.

Prima di inoltrarmi nel racconto di quello che è stato il nostro viaggio di nozze, ci tengo a fare una precisazione: la Cina e i cinesi non sono il loro governo. Dico questo perchè mi ritrovo spesso a discutere con amici e conoscenti riguardo questo “dettaglio” da non trascurare, quando si parla di Cina, si finisce a parlare di censura, isolamento, persecuzioni, ecc.. ma questo non è la Cina come non lo è il popolo cinese, che a differenza nostra non può scegliere chi governa.

Sicuramente una volta arrivato lì, sono rimasto molto sorpreso sotto il punto di vista sicurezza, controlli ovunque nei luoghi come metropolitane e musei con metal detector + check contenuto delle borse, sono rimasto sorpreso dei parchi e quartieri molto curati, palazzi, grattacieli e monumenti decorati e animati con giochi di luci, mercatini e banchetti per mangiare in ogni dove. Anche i cinesi mi hanno sorpreso, quasi tutti vanno in giro con una borraccia per trasportarsi l’acqua (invece di inquinare con le bottigliette di plastica) oppure con il termos per il Te (i cinesi sono fissatissimi con il te).

Il tour che abbiamo fatto noi, ci ha permesso di visitare, in ordine cronologico:

  • Pechino
  • Xi An
  • Lhasa
  • Shanghai

Pechino oltre ad essere l’attuale capitale della Cina (dico attuale perchè lo è diventata sempre nel 1949),è una città vastissima infatti il suo territorio è grande quanto il Lazio solo che qui vivono quasi 30 milioni di persone. Nonostante ciò, non è la città più popolosa della Cina, ma bensì la terza, dietro a Chongqing e Shanghai.

Città immensa sì, tutte le strade hanno almeno 2/3 corsie per senso di marcia, alcune come la strada che separa la Città Proibita e piazza Tienanmen ha 12 corsie in tutto, grattacieli ovunque, aeroporto più trafficato del mondo che è così trafficato da doverne costruire un altro ancora più grande.

Pechino è una città ricca di storia, La città proibita, il Palazzo d’estate, Il tempio del Cielo, sono monumenti meravigliosi ed è impossibile rimanere impassibili davanti a tanta bellezza.

Però nonostante tutto, non sono riuscito a farmi piacere Pechino nella sua interezza, troppo caotica, dispersiva e asettica. Gli aspetti positivi non riescono a colmare le mancanze: manca di personalità e colore oppure molto più semplicemente per come l’ho vissuta io, non sono riuscito a capirla.

Dopo Pechino siamo volati a Xi-An, famosa soprattutto per il suo esercito di terracotta, anche se personalmente mi ha colpito molto di più il suo centro storico, il quale al contrario di Pechino, è vivo, caratteristico e con delle belle vibrazioni! Durante la nostra visita purtroppo abbiamo sempre trovato elevati livelli di smog, per questo il cielo era sempre grigio e il contrasto con i grossi maxischermi in giro per la città hanno reso il paesaggio cyberpunk.

Dopo siamo andati in Tibet, ma qui non mi dilungo, il Tibet nonostante faccia parte della Cina, è un luogo che piano piano sta diventando simile alla Cina, un po’ per la migrazione di cinesi verso il Tibet e un po’ perchè con tutti i palazzoni che hanno costruito sembra una città cinese come un’altra. Magari un giorno farò un post a riuardo.

L’ultima tappa del viaggio è stata la modernissima città di Shanghai, che ci ha fatto innamorare della sua skyline e luci, ma anche la città vecchia e i suoi monasteri non ci sono dispiaciuti. Avrei voluto passare più tempo qui, Pudong (per intenderci la città nuova con i grattacieli), mi ha ricordato molto Tokyo, mentre la città vecchia ricorda vagamente le capitali europee, uno spettacolo! Abbiamo trovato giorni di sole e giorni di smog, faceva caldo ma era sopportabile e nonostante tutto siamo riusciti a girarla bene.

Basta parlare delle città, è arrivato il momento di parlare di cibo. La cucina cinese è simile a quella che troviamo qua in Italia, solo che noi siamo abituati a mangiare sempre i soliti piatti famosi, invece là avendo più scelta c’è da sbizzarirsi. Proprio come in Italia, ogni regione/area ha la sua cucina, con le sue prelibatezze e quindi spostandosi da una città all’altra, anche prendendo gli stessi piatti, ci si imbatte in piatti con diverse elaborazioni e ingredienti. Mia moglie è celiaca e a causa di questo siamo dovuti stare molto attenti riguardo eventuali condimenti a base di grano/orzo e abbiamo scelto sempre ristoranti senza glutine oppure con menu in inglese per poter verificare la composizione dei piatti. I problemi più grossi con la celiachia li abbiamo avuti in Tibet, infatti la maggior parte dei ristoranti vicini al nostro Hotel avevano solo menu bilingue: Cinese/Tibetano. Le cose che mi sono piaciute sicuramente di più sono l’anatra alla pechinese, dim sum vari (non ricordo i nomi) e baozi. Amo i baozi, mi è venuta fame solo a pensarci. L’unica cosa che non sono riuscito a farmi andare a genio, è la colazione. In Cina fanno un’abbondante colazione che ti appesantisce per tutta la giornata.

Comunicare in Cina per noi è stato un grosso problema, devo ammettere che siamo andati là impreparati o probabilmente non ci aspettavamo difficoltà così grosse: entrambi possediamo un buon livello di inglese e abbiamo fatto molte esperienze all’estero, ma questo non è stato sufficiente infatti non conoscendo nulla riguardo il Mandarino, Cantonese e Tibetano, non siamo riusciti a comunicare minimamente: anche leggendo la translitterazione degli ideogrammi cinesi, non vienivamo compresi. Solo dopo aver studiato un po’ di cinese qualche anno più tardi, mi sono reso conto che in Cina, anche la cadenza cambia totalmente di significato (in Giappone questo problema non era così evidente). Su suggerimento della nostra guida, ci siamo fatti scrivere tutte le nostre destinazioni e l’indirizzo dell’hotel su un bigliettino in modo da mostrarlo al taxista di turno (se ne trovate uno che si ferma dopo aver visto che siete occidentali).

Non abbiamo avuto difficoltà invece a comunicare nei mercatini, come forse non tutti sanno, nei mercatini cinesi è obbligatorio trattare il prezzo. Sì, il prezzo che vi viene proposto nel migliore dei casi è almeno triplicato rispetto il prezzo di vendita che potete raggiungere e non fatevi intimidire, anche se una cosa vi interessa particolarmente, mettete da parte il vostro interesse, abbassate il prezzo e minacciate di andarvene, vi darà tantissime soddisfazioni :D

Quando siamo andati noi in Cina, quasi nessuno accettava carte di credito, tutti volevano il contante, oggi vedendo i vlog dalla Cina invece quasi la totalità dei pagamenti avviene con lo smartphone, in pochi anni, da essere più arretrati di noi ci hanno superato e questo dimostra quella che è la mentalità cinese, del fare e fare subito. Questa mentalità la si nota ovunque in Cina: in poco tempo hanno raso al suolo quartieri interi a Pechino per fare posto alle Olimpiadi del 2008.

Un’altra cosa che mi ha particolarmente incuriosito è che i cinesi con il quale ho avuto a che fare io, parlavano sempre di soldi. Questa cosa mi ha spiazzato in un primo momento, perchè in occidente pensiamo erroneamente, che la Cina è comunista ma non lo è affatto. Tutti sono attentissimi ai soldi che guadagnano, come e quando li spendono. Con l’inflazione che c’era ai tempi (non so se sia così anche oggi), tutti compravano appena possibile, per evitare che i soldi che si ritrovano in tasca possano valere meno. L’attenzione per i soldi è evidente anche visitando i luoghi di culto del buddismo, infatti i Buddha più venerati erano proprio quelli legati al successo/soldi.

La Cina è un paese bellissimo e i cinesi sono un popolo che si sta civilizzando ogni giorno di più, le città negli ultimi decenni si sono popolate a dismisura di persone provenienti dalle campagne e per questo è facile avere a che fare con persone un po’ rudi o subire comportamenti fuori standard occidentali. Giusto per fare qualche esempio di cose che mi sono successe spesso:

  • Persone che sputano nei luoghi chiusi (in ascensore, mezzi pubblici, ecc..)
  • Gente che ti segue per farti delle foto come se fossi un animale in via d’estizione Non tutte le persone sono così, anzi può capitare di trovare persone del genere anche in Italia, diciamo che in Cina è più probabile incontrare persone così perchè milioni persone sono passate dal vivere nelle campagne con condizioni da terzo mondo ed arretratezza generale, al futuro. Mi sono fatto un’idea: in Europa, come in generale in occidente questa evoluzione è avvenuta nell’arco di decine di anni e lo stacco tra la vita nei paesini e città non era così accentuato, in Cina questo salto avviene ogni giorno, con gente che passa dal vivere in paesi sperduti senza automobili, senza internet e senza strade asfaltate, in megalopoli con grattacieli enormi e treni a levitazione magnetica. Ricordiamoci che la Cina ha oltre un miliardo di abitanti, che ogni anno sforna milioni di laureati e che le sue città più grandi sono le più popolose al mondo. E’ un movimento continuo, è un cambiamento continuo.

Se volete approfondire la storia degli ultimi 50 anni, vi consiglio:

  • Biografia di Jack Ma
  • La Cina in dieci parole, se preferite un romanzo sempre dello stesso autore, vi consiglio Vivere
  • I libri di Qiu Xiaolong (romanzi ambientati nella Shanghai post Deng Xiaoping)

Ps. Questo articolo voleva nascere come introduzione a “Cronache di un venditore di sangue”, ma poi mi sono reso conto che mi sono perso a raccontare la mia esperienza con questo paese e poco del libro.