Chi come me bazzica nel mondo dell’informatica ed è registrato su Linkedin, si sarà trovato nella mia stessa situazione: recruiter selvaggi in cerca di candidati per posizioni IT, che mandano messaggi copia/incollati, in modo poco rispettoso e senza cognizione di causa. Se sei un recruiter e stai leggendo questo post, sei nel posto giusto, scrivo questo sfogo perchè sono stanco delle agenzie che hanno rubato il lavoro ai callcenter, delle software house che spendono più risorse a trovare personale che a mantenerlo. E’ ora di rivoluzionare il mondo del recruiting IT.

Siamo arrivati a questa tragica situazione per diverse ragioni, c’è un’elevata richiesta di posizioni varie (Software Developer/Analyst/DevOps/SysOps/Data Scientist/ecc..) ma chi deve occuparsi della ricerca dei candidati, ha poca conoscenza delle differenze tra una figura e l’altra, devo ammettere che per una persona non addetta ai lavori possa essere molto sottile il confine che divide un DevOp da uno sviluppatore ma se viene chiesto di svolgere questo lavoro, è obbligatorio informarsi di più e magari chiedi conferme anche ai candidati per farsi una cultura a riguardo. Non prendiamoci in giro, in questo settore il turnover è elevatissimo. Purtroppo non so se sia solo una questione italiana o avvenga anche all’estero, ma è veramente complicato fare carriera, non dico che sia impossibile però richiede molto tempo e il modo più veloce per ottenere aumenti o scalare l’organigramma è saltare da un’azienda all’altra, oppure minacciare costantemente di andare a lavorare da un’altra parte (con una buona proposta di lavoro in mano, magari di un concorrente). E’ complicato fare carriera anche per un altro motivo: se diventi troppo bravo a fare una determinata cosa perchè il datore di lavoro dovrebbe rischiare e metterti a fare altro? I recruiter fanno un utilizzo sbagliato di Linkedin: questo strumento deve essere usato per trovare la persona giusta, ma giusta non significa sparare nel mucchio proposte indecenti e vedere chi abbocca. Purtroppo capita spesso anche a me di ricevere delle proposte fuori di testa, requisiti folli e stipendi miseri oppure ti contattano per prometterti l’offerta del secolo e invece finisce con “ma sappiamo che dove sei stai bene e quindi non possiamo a fare di meglio”.

Ci sono recruiter che cercano di attirarti con frasi tipo “entra a far parte della nostra famiglia”, io una famiglia ce l’ho già e voglio che il confine tra vita privata e lavoro sia ben definita, va bene coltivare le amicizie al di fuori del luogo di lavoro ma non andiamo oltre.

E ci sono recruiter che ti contattano super-interessati e poi quando rispondi chiedondo maggiori informazioni, scompaiono nel nulla.

Trovo molto divertente chi mi propone finti benefit: “vieni a lavorare da noi, c’è anche il bigliardino nell’area ristoro” oppure “ti diamo iPhone, Macbook, cuffie, ecc…”. Quando poi, qualche tempo più tardi devo andarmene via, cosa faccio, in fase di negoziazione con la nuova azienda dico che cambio solo se mi danno il modello più carrozzato di Macbook? Molto meglio farsi dare qualcosa in più sulla busta paga. Ritengo fondamentale insturare un rapporto genuino tra le 2 parti, non ha senso prendersi in giro ancora prima di firmare il contratto, come può consolidarsi un rapporto di fiducia tra 2 parti con queste condizioni? L’offerta deve essere chiara e sincera riguardo i salari, bonus e situazione lavorativa in generale.

Parliamo dei colloqui: la maggior parte di essi sono inutili, con l’HR è come parlare al vento, non sanno che mestiere fai e fanno finta di saperne più di te, si segnano solo quali sono i lati negativi del tuo attuale posto di lavoro e quanto prendi di RAL, per negoziare meglio e offrirti poco di più fingendo di farti un favore.

C’è chi invece ti contatta, non ti dice nulla riguardo la posizione e chiede subito la disponibilità per fare il colloquio tecnico: una valanga di domande, riguardanti tutto e di più, da completare in 2 ore. Per poi finire e sentirti dire, “ah sì c’è una posizione aperta adesso… però è per gente con meno esperienza, forse tra un paio di mesi dovrebbe liberarsi un posto”. Oppure chi ti fa fare con urgenza 2-3 colloqui di fila e poi non ti fa neanche sapere com’è finita.

Il questionario tecnico lo trovo molto utile, ma è necessario fare poche domande mirate a quello che la persona dovrà andare a fare, è un po’ una presa per i fondelli fare domande riguardo tecnologie evolutissime e poi il lavoro consiste in tutt’altro. La maggior parte delle volte basta poco per comprendere se una persona è capace oppure no, anche una sola chicchierata è sufficiente per confermare le skill dichiarate, però per fare questo è necessario che il recruiter sappia di cosa si sta parlando.

Lavoro da remoto. Fino a qualche mese fa era un’utopia parlare di smart working in Italia, adesso invece che è una necessità tutti ne parlano, ma pochi fanno proposte interessanti. Ricevo quotidianamente delle offerte di lavoro su Linkedin da recuiter che mi chiedono se sono disponibile ad andare a lavorare a Milano, Bologna, Valencia, Londra, ecc… E quando chiedo, se è possibile lavorare da remoto la risposta standard è “certo per un paio di giorni alla settimana”. Quindi fatemi capire, devo trovare casa in una nuova città, trasferire tutta la famiglia, iscrivere i figli in nuove scuole… il tutto per fare 3 giorni in ufficio alla settimana??? Con il rischio di un nuovo lockdown?

Credo ancora nel passaparola infatti ogni tanto chiedo ai miei amici o ex colleghi che ritengo persone capaci se sono a conoscenza di posizioni aperte interessanti, questo lo ritengo un valore aggiunto. Quando persone competenti mi chiedono se io conosco qualcuno per una determinata posizione, sono ben felice di aiutare e sono disposto anche a rimetterci la faccia nel caso la persona che propongo non sia all’altezza, accetto il rischio. Sono invece contrario al “presenta un amico in cambio di soldi”, ovvero essere premiati non per fare il proprio lavoro ma per aver portato un amico in azienda ed aver agevolato il processo. Faccio lo sviluppatore non il recruiter, devi premiarmi perchè faccio bene il mio lavoro.

Trovo utilissimo curare il proprio blog, twitter e github. Mi dispiace aver aperto un blog solo adesso e di essere poco attivo su Twitter, crearsi un’immagine online è molto difficile e richiede tempo, devo darmi da fare! Vale lo stesso per GitHub, solo che per il lavoro che faccio (o per l’azienda per il quale lavoro), non è semplice trovare il tempo di scrivere codice da pubblicare nei miei repository.

Concludo dicendo che è necessario una rivoluzione per fare in modo che le cose funzionino come dovrebbero. Il recruiter è una figura importante e come tale deve fare un lavoro dignitoso, non deve andare a caccia di disperati. Io faccio il mio lavoro con serietà, passione e mi aspetto che anche dall’altra parte ci sia lo stesso. Dietro il mio profilo di Linkedin c’è una persona e il modo migliore per instaurare un rapporto di fiducia è parlarsi allo stesso livello e conoscersi con genuina curiosità, è necessario provare interesse, un po’ come lo si farebbe con un nuovo amico.

Ormai sono passati 3 anni, probabilmente dovrei considerare di cambiare ma non ho voglia di vivere nuovamente questo incubo.